Le malattie autosomiche dominanti, così come le malattie autosomiche recessive che abbiamo visto nel post precedente, sono causate dalla mutazione di un singolo gene, ma il loro meccanismo di trasmissione è abbastanza diverso. Solitamente, in questo caso, il bambino eredita un allele normale da un genitore ed uno mutato dall’altro: quello mutato domina ed il bimbo è affetto da una malattia genetica autosomica dominante. Il problema è che molte di queste malattie si palesano solo in età adulta, come la malattia del rene policistico dell’adulto, il cancro ereditario alla mammella o la Corea di Huntington[1]. Proprio perché la patologia manifesta i suoi sintomi in età adulta, spesso il genitore non sa di avere una malattia genetica e di avere una probabilità del 50% di trasmetterla ai suoi figli. Inoltre, il livello di gravità con cui si manifesta la malattia può essere variabile, anche all'interno della stessa famiglia.
Quando un genitore ha nel proprio DNA sia una copia sana sia una copia mutata del gene, può passare al figlio o l'allele normale o quello mutato; ogni nuovo nato, quindi, ha due probabilità su quattro (ovvero il 50%) di ereditare l'allele dominante mutato dal genitore e, quindi, di essere affetto dalla patologia. Naturalmente ci sono due possibilità su quattro (ovvero il 50%) che il bimbo erediti l'allele sano e non manifesti alcuna patologia.
Vediamo meglio il meccanismo di trasmissione delle malattie autosomiche dominanti:
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Indipendentemente dal sesso del genitore malato, la malattia autosomica dominante si trasmette ai figli/e con una probabilità del 50%.
Tale evento è puramente casuale ed il genitore, al momento della nascita del figlio/a, può non sapere di essere malato perché spesso queste patologie hanno un esordio tardivo.
Alcune patologie dominanti, come l'acondroplasia, si manifestano a partire dall'infanzia e possono presentarsi con diversa gravità: se, infatti, il bimbo nasce da due genitori affetti dalla patologia, può ereditare entrambe le copie mutate del gene ed ammalarsi in modo molto più grave rispetto ai genitori.
Se entrambi i genitori presentano una copia mutata del gene, come si vede nella figura sottostante, avranno solo una possibilità su quattro (ovvero il 25%) di avere un figlio sano; il 75% dei loro bambini sarà malato: la gravità dei sintomi sarà legata all'aver ereditato una (50% di possibilità) o due copie (25% di probabilità) del gene malato. Spesso, se il nuovo nato ha ereditato l'allele mutato da entrambi i genitori, la malattia si manifesta in forma grave o letale.
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25% figlio/a sano/a
50% figlio/a malato
25% figlio/a malato grave (o forma letale della malattia)
Il bambino può essere la prima persona della famiglia affetta dalla patologia autosomica dominante: questo avviene se si verifica una nuova mutazione genetica nella cellula uovo o nello spermatozoo che hanno dato origine alla nuova vita. Nessuno dei due genitori è affetto e raramente la coppia avrà un altro bambino con lo stesso problema; il bambino malato potrà, però, trasmettere la malattia ai suoi futuri figli.
(Un grazie a Max per la consulenza nei disegni!)
Nel prossimo post concluderò questa lunga serie dedicata alle malattie genetiche parlando delle malattie legate ai cromosomi sessuali ed, in particolare, al cromosoma X.
Tania Tanfoglio
Bibliografia
Eredità dominante - Informazioni per pazienti e famiglie - Luglio 2008 - Tratto dal sito http://www.eurogentest.org
Russell Peter J., Wolfe Stephen L., (2009), Elementi di genetica, Edises
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[1] A questo link è possibile scaricare "HO PAURA" un libro per bambini a rischio di Corea di Huntington, tratto dal sito http://www.coreadihuntington.it/