Mi sono chiesta diverse volte come impostare questo post dedicato a voi.
Vi chiedo solo di leggerlo, fino in fondo.
Vi immagino a casa. Qualcuno felice, qualcuno annoiato, altri un po' preoccupati. Quello che so, con sicurezza, è che molti di voi sono confusi da questa situazione; molti di voi sono ancora convinti che non li riguardi e che sia un problema degli altri. Delle persone anziane. Delle persone malate.
Provo ad immaginare le vostre domande.
Perché ci dicono che per noi questa nuova malattia non è pericolosa e poi ci raccomandano di evitare luoghi affollati? Perché chiudono i posti dove potremmo andare a divertirci?
Dato che per noi non c'è pericolo, possiamo continuare la nostra vita di sempre, con il vantaggio che non c'è neppure la scuola!
Ve lo voglio dire chiaramente: NO, NON POTETE!
Questo appello di Regione Lombardia è rivolto anche a voi!
I vostri bisnonni, i vostri nonni, talvolta anche i vostri genitori e, probabilmente, qualcuno di voi, ha vissuto situazioni di guerra drammatiche sulla propria pelle. In situazioni del genere, i giovani spesso sacrificano la loro vita o la giovinezza per combattere per un mondo migliore. Oppure cercano con tutte le loro forze di dare un futuro alla propria famiglia.
Siete fortunati. Nessuno a voi sta chiedendo nulla di così difficile.
Però vi chiedo: avete qualcuno che amate? Qualcuno a cui volete bene? Qualcuno che magari, pur stando bene, ha una malattia? Oppure qualcuno con più di 60 anni?
Sono sicura che c'è. Bene, avete il dovere di proteggerlo.
POSSIAMO AMMALARCI TUTTI, ma per tutte queste persone la situazione è davvero molto grave e abbiamo il dovere di proteggerle.
Proteggerle da un'influenza? No, non è un'influenza.
Guardate il grafico: non serve molta matematica; sono i dati di pochi giorni fa.
In azzurro/viola, l'influenza.
In giallo/arancio, COVID-19.
Come vedete, purtroppo, non sono due situazioni che, ad oggi, si possono ancora paragonare.
Le persone in terapia intensiva o decedute, in una sola settimana, sono molte di più.
Anche questa infografica vi spiega in modo semplice le differenze tra le due malattie.
Anche dopo aver visto questi dati, vi chiederete, sicuramente: cosa posso farci io, che non mi ammalo in modo grave?
Io vi dico chiaramente che POTETE FARE LA DIFFERENZA.
INSIEME ALLE VOSTRE FAMIGLIE, POTETE CAMBIARE QUESTA SITUAZIONE.
Se avrete ancora un po' di pazienza, vi spiego perchè.
Con qualche piccola competenza di inglese, potete leggere i dati di ieri del Centro di Controllo e Prevenzione delle malattie infettive Europeo. Sono dati mondiali.
Accanto ai dati mondiali, ci sono quelli europei: 251 morti e 9161 casi. Quasi tutti sono in ITALIA. La maggior parte in LOMBARDIA.
Non è il momento di chiedersi perchè; è il momento di chiederci cosa possiamo fare.
Vi propongo di analizzare, con un altro grafico, i dati della Lombardia. Aggiornati a due giorni fa.
Come potete vedere, i casi aumentano, molto, molto velocemente. Il 1 marzo erano poco più di mille: il 7 marzo molti più di 3000.
Perchè succede questo?
Perché è una delle caratteristiche di questo virus.
Si comporta in questo modo; guardate il disegno sotto: in giallo vedete una persona infetta. Ciascuna persona infetta, in media, ne fa ammalare 2,6.
Ricordatevi una cosa importante: la MAGGIOR PARTE DEI GIOVANI NON HA SINTOMI, MA TRASMETTE LA MALATTIA
AD ALTRE PERSONE, che possono ammalarsi e aver bisogno di cure mediche. Cure mediche che possono salvare la vita e richiedere alcune settimane.
Se ogni persona asintomatica riduce i suoi contatti sociali per un paio di settimane, può fare la differenza.
Cos'altro notate se guardate il grafico che vi ho mostrato prima? La maggior parte delle persone malate è ricoverata con sintomi oppure in terapia intensiva.
La realtà è che non c'è posto per tutti.
Non esiste solo questa malattia. Ce ne sono tante altre. Ci sono gli incidenti. C'è la vita che va avanti e ha bisogno di ospedali.
Vi propongo un altro grafico. Non per spaventarvi, ma per aiutarvi a capire e per avere il vostro prezioso aiuto.
Questo virus ha una bassa mortalità a livello mondiale. Circa il 3%.
Guardate i dati di ieri in Lombardia: siamo arrivati al 6,4%. Perché? I nostri medici, infermieri, operatori sanitari, ospedali stanno facendo tutto quello che possono. Alcuni non tornato a casa dai loro familiari per paura di farli ammalare. Il dato in Lombardia è alto perchè il numero di contagiati è altrettanto alto.
Per tutti questi motivi è INDISPENSABILE trovare un modo di far diminuire il numero dei contagi.
Come si può fare? Cosa può fare un ragazzo della vostra età che, probabilmente, non avrà bisogno di andare in ospedale a causa di questa malattia?
Due cose semplici possono salvare la vita a tante, tantissime persone.
E DIPENDONO ANCHE DA VOI.
È fondamentale starnutire e tossire in un fazzoletto o coprendo bocca e naso con l’incavo del gomito. È importante buttare via i fazzoletti di carta utilizzati immediatamente dopo l’uso e lavare le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 20 secondi (o con disinfettante per mani a base di alcol al 60%) e in ogni caso sempre dopo aver starnutito, tossito o soffiato il naso.
L'avete sentito centinaia di volte.
Io voglio farvelo vedere. Con un video di Scrubs, un telefilm del 2006.
Il video dura pochissimi secondi; è in inglese, ma basta guardare le immagini.
Vi serve solo sapere che il colore verde rappresenta la malattia; sappiate anche che, il ragazzo giovane, starà benissimo, ma signora anziana, dopo alcune puntate, morirà.
Potete far finta di niente e continuare la vostra vita. Pochissimi di voi si ammaleranno e avranno bisogno di cure. Ma qualcuno di voi, tornerà a casa, toccherà qualcosa, darà un abbraccio alla nonna, alla sorella malata, al cugino che è appena guarito, al papà, al nonno, e, qualcuno di loro si ammalerà.
Siate quel battito d'ali che sarà in grado di rallentare davvero il contagio e fare la differenza,
In tutto il CFP Zanardelli coinvolge 4000 famiglie: 3000 famiglie di studenti e circa 1000 tra famiglie di dipendenti e collaboratori; pensate a quante persone conosciamo e a quanta differenza possiamo fare tutti insieme!
Contiamo su di voi,
Grazie,
Tania Tanfoglio